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TRAMA
Sicilia, metà degli anni ‘70. Il giovane sott’ufficiale della Guardia di Finanza Eugenio Silvi viene trasferito in servizio nella tranquilla isola di Lipari. Qui piano piano scoprirà che nulla è come appare. L’isola è parte di un’operazione di stay-behind e cela un segreto sconvolgente. Era già tutto predisposto e il Fascismo è pronto a risorgere per riprendere il proprio posto nella storia. Ma il suo ruolo nella vicenda non sarà quello di semplice spettatore. Dalle sue scelte dipenderà il destino dell’intera Nazione e la vita o la morte di migliaia di persone…
TRIBUTO
“Dammi una morte onorata, una morte da soldato”
Cit. Massimo Decimo Meridio “Il Gladiatore”
Chiunque abbia mai imbracciato un’arma per sostenere una causa sa che è esaltante “combattere con certezza di vittoria”. Dà la carica, induce a gesti eroici, apre radiose aspettative per il futuro.
Ma quale dirompente forza morale e caratteriale può mai supportare chi invece sceglie di combattere avendo, quale unica certezza, quella di un sicuro annientamento?
La piega che avrebbero preso gli eventi dopo l’estate del 1943 era certa ed irreversibile. Tutti sapevano come sarebbe finita. In quel periodo chi rifiutò di deporre le armi o di togliersi la camicia nera sapeva di farlo senza alcuna prospettiva di benefici, senza un futuro, senza niente. Una sorta di volontaria auto-condanna ad una morte forse onorevole ma per la quale non vi è appello.
Ma allora come è possibile che padri, mariti, mogli, figli scelsero di rinunciare a tutto, sacrificando sé stessi soltanto per onorare un sentimento di dignità personale ed amore di patria?
Sentimento peraltro non condiviso dalla stragrande maggioranza degli altri connazionali, concentratissimi a salire, con o senza diritto, nel carro del vincitore.
Non conosco risposte certe a questa domanda.
Quello che invece so è che nella caratterizzazione del personaggio dello “Scuro” mi sono largamente ispirato proprio a questi uomini in grigioverde. Gente alla quale venne naturale anteporre la causa alla propria vita.
Per tutti loro posso solo provare un senso di infinito ed ammirato rispetto.
Ma anche una rabbia feroce per come la storia li ha trattati.
Per quegli uomini ormai non si può fare più nulla, se non, forse, cercare di onorarne la memoria. È per questo motivo che parte dei ricavi del romanzo “L’uovo del Drago” saranno devoluti al “Campo della Memoria”, il Sacrario dei caduti della RSI di Nettuno. Con l’auspicio che anche un piccolo gesto possa contribuire a rendere gli onori ed il meritato rispetto ai combattenti che lì riposano per l’eternità. E con l’augurio che i loro fantasmi in grigio verde possano trovare la meritata pace.